RESIDENZA BALIOS

La location

STORIA

Residenza balios - Il Convento di S. Antonio

Per descrivere le origini e la storia del fabbricato che ospita la Residenza Balios  riteniamo utile riportare uno stralcio della relazione predisposta nel 1982 dall’arch. Michele Spaziante dirigente del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali presso la Soprintendenza per i beni ambientali ed architettonici della Basilicata.

La relazione rilevò l’interesse storico-architettonico che successivamente fu posto a tutela ai sensi della legge  del 1 giugno 1939  n.  1089 con l’apposizione del vincolo monumentale.

Il monastero, sorto sotto il titolo di S. Antonio, tenuto dai padri conventuali dell’ordine francescano, costituisce uno dei più antichi monumenti del paese, appartenendo    alla seconda metà del secolo XVI, sorse fuori dal centro abitato (infatti Vaglio nel 1600 urbanisticamente si svolgeva nella zona a sud, intorno al triangolo formato da via Buonarroti, via Vergara e via Roma) per volontà forse del monaco Tullio Balsamo da Potenza, promotore di altri conventi nella provincia di Potenza all’epoca della controriforma.

Nel 1700 il convento fu sede di un’accademia i cui principali esponenti furono il Catalano, probabilmente uno dei rettori, e il Vergara, autore del libro “Monete del regno di Napoli”.

L’11.9.1809, sotto il regno di Murat, il convento fu soppresso e trasformato in azienda agricola, la proprietà fu quindi comprata ,  in successione, dalle più importanti famiglie di Vaglio: i La Capra, che nel 1826 riaprirono la chiesa, i conti di Belgioioso, e infine i Danzi, a cui si deve la recente donazione di una parte del monastero e della chiesa alle suore Discepole di Gesù Eucaristico.

Nel 1860, durante l’epoca del brigantaggio, una parte del convento fu incendiata e quindi trasformata, come è ancora, in abitazioni private.

La chiesa, dichiarata monumento nazionale, conserva pitture di grande pregio. Di stile barocco e di grande valore artistico è la pala dell’altare maggiore. Il portale di ingresso al chiostro dell’ex convento, realizzato in pietra locale lavorata, di elegante fattura, era munito di un portone in legno che fu bruciato, come detto prima, nel 1860 al tempo dei briganti capitanati da Crocco e non è stato più ricostruito.

I corridoi del chiostro sono coperti da volte a crociera visibili, dopo accurato restauro, nella residenza Balios.